top of page

Pertecipazione alla

4a BIENNALE DI CULTURA FOTOGRAFICA

20-21-22 / 28-29 GIUGNO / 05-06 LUGLIO 2014

organizzata del Photoclub Sömèanza Casnigo (BG)

con il portfolio: IN-COMUNICABILITA'

in-comunicabilità

 

Nell'attuale “società della comunicazione” un sottile senso di incomunicabilità sembra pervadere  in particolare giovani e ragazzi. La difficoltà a socializzare e a relazionarsi, paradossalmente, sembrano aumentare con le nuove tecnologie che offrono mezzi di comunicazione strabilianti ed impensabili anche solo qualche decennio fa.

Le relazioni virtuali si moltiplicano a scapito di quelle contingenti, si sta insieme, si sta seduti vicini ma ciascuno con il proprio telefonino, relitto estremo della surmodernità, con la sua invasività quotidiana e identità nel mondo globalizzato, e si fugge dal reale nel virtuale con la scusa di comunicare (senza, peraltro, relazionarsi). Uno straordinario ossimòro concettuale: comunicare isolandosi.

La tecnologia oggi costruisce iperluoghi virtuali e avatar-utenti: con il computer o il cellulare si ha l'impressione di essere i padroni della propria comunicazione. Rimane da capire quale tipo di relazione si stabilisce in questo modo e qual è la natura della libertà che ci si trova ad esercitare in quanto soggetti «comunicanti».

“Il mondo virtuale rende la comunicazione spesso divisa in canali paralleli, che non si incontrano. Ciascun utente comunica solo con chi vuole e non con tutti quelli che ci sono. Insomma, è fortemente selettivo, proviene da un mondo frammentato e conduce a un mondo ancora più frammentato, sotto il profilo delle percezioni, dei punti di vista e così via. Sappiamo che la realtà in cui viviamo è costituita da tanti aspetti, spesso divergenti o addirittura antitetici, ma questo tipo di comunicazione esaspera tali differenze, amplificandole e allontanando le persone le une dalle altre, isolandole” (di Stefano Reyes).

 

Personalmente credo che questi concetti di in-comunicabilità siano riferibili in particolare agli abitanti dei  grandi agglomerati urbani e non credo siano applicabili, se non in minima parte, anche ad una piccola comunità come la nostra dove i momenti di incontro reale e di relazione non mancano (attività delle associazioni, feste popolari, cerimonie religiose, eventi sportivi locali, oratorio, …).

 

P.S.: Le fotografie hanno colto dei momenti, delle circostanze, delle situazioni momentanee e occasionali. Vogliono solo esprimere visivamente il contrasto tra comunicazione e in-comunicabilità suesposto e non attestano e/o confermano una qualsiasivoglia realtà e oggettività in tal senso riferita alle persone e ai luoghi.

bottom of page